Sala dei Mosaici della Casa del Mutilato

Piazza Kennedy a Ravenna è frutto di un nuovo assetto dato a tutto il quartiere negli anni Trenta del Novecento, con l’abbattimento di un intero isolato di antichi edifici. Sulla nuova piazza l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra decide di costruire la propria sede. Nel Salone d’onore (adesso Sala dei Mosaici), ambiente di notevolissimo pregio architettonico e decorativo, vengono allestiti alcuni pannelli musivi che rendono omaggio allo spirito guerriero del Regime fascista.
I mosaici sono opera dei maggiori maestri mosaicisti del secolo scorso, tutti formati alla Scuola del Mosaico dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna. I tre pannelli della parete principale sono stati realizzati da Renato Signorini in collaborazione con Werther Focaccia e Libera Musiani, su cartoni di Giovanni Majoli, e rappresentano tre grandi guerre: la Prima Guerra Mondiale, la Guerra d’Africa e la Guerra di Spagna. Majoli guarda al modernismo monumentale di Sironi e Severini, senza dimenticare la lezione cubista e futurista, creando tre scene che ben si adattano ad essere tradotte in mosaico. Per il pannello della I Guerra mondiale si raccolgono ciottoli sulle rive del Piave per il loro valore simbolico (dal fronte sul fiume Piave partì la riscossa dell’esercito italiano), frantumati poi in tessere. Nella parete minore della sala è visibile un altro pannello, realizzato su cartone di Anton Giuseppe Santagata da Antonio Rocchi e Ines Morigi Berti. Rappresenta Giulio Cesare a cavallo che varca il Rubicone. Sullo sfondo della scena si intravede una città turrita: una stilizzazione di Ravenna con i suoi monumenti e il porto. I tratti del volto del cavaliere sono chiaramente ispirati a quelli di Mussolini. Qui lo stile è più tradizionale, con un’impostazione classica della scena.
Un secondo pannello, ora perduto, si trovava sotto questo e rappresentava il Duce durante la marcia su Roma. Ma alla fine della guerra e con la caduta del Regime fascista, venne danneggiato poi smontato e forse demolito per far posto ad una nuova apertura di accesso alla sala.