Toyoharu Kii. Whites and blue

A cura di Rosetta Berardi e Linda Kniffitz

Mostra personale tenutasi a Ravenna, Museo d’Arte della città, 20 settembre – 9 novembre 2014

Il MAR dedica un’esposizione personale all’artista nipponico Toyoharu Kii. In mostra una selezione di dieci opere, provenienti da collezioni pubbliche e private, rappresentative di un percorso artistico molto personale, che ha trovato nel tempo ampio consenso di pubblico e di critica a livello internazionale.
Il catalogo di mostra ospita il contributo di Claudio Widmann, psicoanalista junghiano e studioso di simbolismo, oltre a quelli di Rosetta Beradi, Linda Kniffitz e Maria Grazia Marini.
La mostra è stata finanziata dal Progetto Europeo Open Museums, asse Italia-Slovenia, e rientrava nel programma di valorizzazione delle Collezioni permanenti museali.

Toyoharu Kii nasce ad Ehime, in Giappone, nel 1953. Nel 1980 conclude gli studi all’Università di Tokyo, ma è in Italia, e più precisamente a Firenze, che matura la sua formazione artistica. Al suo rientro in Giappone, nel 1982, apre ING, il suo atelier di mosaico, sul quale si concentrano importanti commissioni di decorazioni murali, musive, monumentali. Si tratta di grandi opere architettoniche nelle quali la trama e gli andamenti delle tessere in pasta vitrea e in materiale lapideo costruiscono una sorta di delicato tessuto, un manto policromo che riveste e avvolge le superfici, creando una spettacolare e al tempo stesso delicata visione di insieme. Ma è nelle opere autonome, nei cosiddetti mosaici da cavalletto, che Toyuharu scopre la propria dimensione più intima e profonda, affidando quasi esclusivamente ad un unico materiale, il marmo bianco “Perlino”, il difficile compito di definire il suo personalissimo linguaggio e di caratterizzare in maniera inconfondibile la propria cifra stilistica. Il risultato sono straordinari mosaici monocromi dove le immagini vengono costruite per sottrazioni, attraverso andamenti improvvisi di piccole tessere che vibrano dietro la superficie, su diversi livelli. Sono composizioni poetiche, armoniche, misurate. Le opere di Kii offrono molti spunti d’indagine e di riflessione, soprattutto sulla tecnica da lui adottata. Egli sperimenta non tanto attraverso l’uso di diversi materiali, di diversa natura, ma attraverso l’uso peculiare della tessera, in un gioco linguistico estremamente soggettivo, ottenuto tramite il posizionamento delle tessere nelle loro innumerevoli dimensioni e secondo il loro imprevedibile movimento. Mosaici quasi sempre monocromi, in cui l’orientamento plastico, composto da varie texture, viene articolato in una rigorosa architettura poetica. Blue grids in blue è il titolo dell’unica opera policroma presente in mostra, dove il blu diviene protagonista assoluto della composizione, creando effetti di forte vibrazione cromatica.
La sua opera Obelischi o spine nel cuore è entrata di recente a far parte della Collezione dei Mosaici Contemporanei del Mar.

 

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